SALGAREDA: UNA CHIESA “ORNATISSIMA ED APPARISCENTE” di Renzo Toffoli

Dettagli della notizia

pubblicato sul Periodico Trimestrale InPiazza n. 39 - Settembre 2024

Data:

16 Ottobre 2024

Tempo di lettura:

Descrizione

Dopo aver descritto nei tre precedenti numeri di InPiazza, gli oratori antichi ancora esistenti a Salgareda, terminiamo questo percorso con la descrizione della chiesa parrocchiale, distrutta dalla Grande Guerra, che lo storico e letterato umanista, mons. Lorenzo Crico (Noventa di Piave 1764 – Venezia 1835), descrisse come: “ornatissima ed appariscente”. Essa fu costruita tra il 1591 e il 1599 ed era a navata unica con pianta a croce latina. Sorgeva all’interno di un’area delimitata da un muricciolo in cui, fino al 1876, trovava posto il cimitero. In questo spazio, ormai adibito a sagrato, il 30 dicembre 1900 fu inaugurato il monumento al Redentore, opera dello scultore opitergino, Giovanni Vizzotto. Dal lato opposto di questo monumento sorgeva la statua della Pietà, eretta a ricordo della cessata pestilenza del 1631/32. Antistante al piazzale, addossato alla sinistra del muro di cinta, sorgeva il campanile costruito nel 1513 e già appartenente alla chiesa precedente, logorata dalle continue piene del Piave. [foto n 1] L’interno della chiesa, più chiaramente che l’esterno, mostrava l’epoca e la tendenza artistica della fine del Rinascimento, ispirata quindi al tardo classicismo. [foto n 2] Ad ogni lato della navata si aprivano tre cappelle che ospitavano cinque altari e il fonte battesimale. Entrando in chiesa dall’ingresso principale, nella nicchia di sinistra si trovava il fonte battesimale, la pila era in marmo rosso di Verona su colonnina, mentre la cuspide di copertura era in legno dipinto e dorato e terminava con una figura d’angelo. Dietro il fonte battesimale, tra due colonne di marmo rosso di Verona che reggevano un timpano in marmo di Carrara, c’era la statua di San Giovanni Battista nell’atto di battezzare Gesù. A destra, di fronte alla cappella del battistero, era collocato l’altare in stucco su cotto dedicato a Santa Filomena, protettrice della fecondità; sotto la mensa era posto un reliquiario della santa, a forma di sarcofago, in legno scolpito e dorato. Addossata alla parete, sopra la mensa, vi era una pala ad olio, di autore ottocentesco ignoto, raffigurante Santa Filomena. Nella seconda cappella a sinistra, dopo il battistero, vi era l’altare della Santa Croce, in marmo, con due colonne e due paraste, con i capitelli compositi in marmo pregiato, nero africano, e il timpano ornato da statue di angeli in marmo bianco. Era un altare ricchissimo, realizzato nel 1683, aveva una croce in legno di ciliegio posta sulla mezzeria davanti ad una pala di autore ignoto che raffigurava la madre di Gesù, la Maddalena e l’apostolo Giovanni. Nella seconda cappella a destra, di fronte all’altare della Santa Croce, era collocato l’altare di San Giuseppe. Era in marmo di Carrara, con colonne di Bardiglio fiorito. Sopra queste colonne s’impostava il timpano coronato da statue. Anche quest’altare si presentava ricco di decorazioni. Il parapetto della mensa era intarsiato di marmi pregiati “alla fiorentina”. La pala, di grande pregio, che raffigurava la morte di San Giuseppe, era una delle molte opere con le quali Palma il Giovane ha arricchito tantissime chiese del Veneto. [foto n 3] Nella terza cappella a sinistra c’era l’altare dedicato alla Beata Vergine del Rosario, anch’esso in marmo con quattro colonne di Bardiglio, capitelli e timpano ornati di statue e il parapetto della mensa era intarsiato “alla fiorentina”. Questo altare sontuoso, dai primi anni dell’Ottocento, accoglieva con la statua della Madonna con Bambino, proveniente dalla chiesa soppressa di S. Margherita in Treviso, era in marmo, di pregevole fattura e considerata l’opera d’arte più importante conservata nella chiesa di Salgareda. La cappella di fronte, la terza a destra, ospitava l’altare di San Valentino, altre fonti, invece, lo individuano attribuivano a San Nicolò. Quest’altare era formato da quattro colonne di breccia di Seravezza che reggevano il timpano coronato da statue. La pala raffigurava, appunto, San Valentino vescovo (o San Nicolò, secondo altre fonti), ma non se ne conosce l’autore. [foto n 4] L’altare alla sinistra dell’arco del presbiterio era dedicato a Sant’Antonio da Padova. Aveva la struttura di marmo e quattro colonne sormontate da capitelli reggevano il timpano coronato da statue. Al posto della pala vi era una nicchia a cassettoni, in cui trovava posto la statua del Santo patavino. Sulla descrizione di questo altare concordano tutte le fonti consultate, ma, dalla foto in nostro possesso non scorgiamo una statua di sant’Antonio, bensì una pala raffigurante la Madonna e, dalla sagoma del soggetto dipinto, sembra si tratti di una copia dell’Assunta del Tiziano. [Foto n 5] L’altarino corrispondente dalla parte opposta, sulla destra in, era dedicato a San Rocco: costituito da marmo, similare al precedente. La pala raffigurante questo santo era un’opera significativa attribuita dalle fonti alla scuola del Tiziano, proveniente da una chiesa soppressa di Venezia. [foto n 6] Terminiamo con la descrizione dell’altar maggiore. Era sontuoso, formato da quattro colonne di marmo pregevole, con timpano arcuato e spezzato. La pala, raffigurante San Michele patrono della chiesa, era di scuola veneta del 1600. Ai lati del presbiterio, come da regola, erano collocati gli stalli e gli scranni del coro, opera barocca in legno di noce con colonne tortili e cornicioni intagliati ad alto rilievo, con grandi foglie e teste d’angelo. Sulle pareti del presbiterio, sopra gli stalli del coro, non sappiamo se a destra o sinistra, si trovava un grande dipinto ad olio su tela, di forma quadrata, con il lato delle dimensioni di cinque metri. L’annotazione che abbiamo trovato lo descrive “di qualità d’arte splendida” e raffigurava la preghiera di Mosè nella seconda battaglia contro gli Amaleciti. [foto n 7] Con questa descrizione e con l’ausilio delle poche foto disponibili, speriamo di aver aiutato il lettore a compiere una visita virtuale nella vecchia e bella chiesa di Salgareda che la guerra ha totalmente cancellato.

Renzo Toffoli

Didascalie alle foto:

Foto n 1: L’esterno della chiesa

Foto n 2: L’interno della chiesa

Foto n 3: Altare di S. Giuseppe

Foto n 4: Altare di S. Nicolò

Foto n 5: Altare di S. Antonio

Foto n 6: Altare di S. Rocco

Foto n 7: Altare maggiore

SE AVANZA SPAZIO

Foto n 8: Lo stato della chiesa a guerra ultimata

Ultimo aggiornamento: 16/10/2024, 14:40

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2
Inserire massimo 200 caratteri